Brescia: città d’arte da scoprire

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Brescia città d’arte? Proprio così. Sono tante le mete turistiche che meritano di essere prese in considerazione da chi ha voglia di concedersi un viaggio o una vacanza; particolare risalto, all’interno del patrimonio artistico italiano, va dato alla Leonessa. Il centro storico della città, in particolare, è un ricettacolo di monumenti e di testimonianze storiche di pregio, a cominciare dal Broletto, che risale agli ultimi anni del XIII secolo. Costruito addirittura nel XI secolo è invece il Duomo vecchio. A proposito di architetture religiose, dopo aver osservato il Duomo nuovo, vale la pena di fermarsi davanti alle chiese di San Salvatore e di San Francesco.

Brescia città d’arte offre anche un gran numero di edifici di epoca rinascimentale; è il caso sia del Palazzo del Monte di Pietà, per la cui costruzione servì più di un secolo, sia della Loggia, vale a dire il Palazzo Comunale completato nel 1574, che non a caso si affaccia sulla piazza omonima. Tornando indietro nel tempo, invece, nel nucleo di quella che era la città romana (Brixia) – cioè la piazza del Foro – c’è un tempio capitolino che ha poco meno di duemila anni di storia, di fianco al Museo romano. Ci si trova, infatti, lungo l’antico decumano massimo, in via dei Musei.

Brescia città d’arte tra musei e dipinti

Pinacoteca BresciaGli appassionati di dipinti e opere pittoriche possono trovare in Brescia città d’arte una meta in grado di soddisfare i loro gusti, soprattutto per merito della Pinacoteca Tosio-Martinengo, che rappresenta una delle raccolte di pittura più importanti di tutta la Lombardia: all’interno si trovano cinque tele dell’Adorazione dei pastori realizzate dal Moretto, dal Romanino, dal Lotto, dal Savoldo e da Callisto Piazza. La pinacoteca è ospitata presso il palazzo Martinengo da Barco, in pieno centro storico, e accoglie in totale più di 1500 dipinti, con una ricca varietà di testimonianze artistiche che vanno dal XV al XVIII secolo.

Non mancano, per esempio, le opere di Vincenzo Foppa, ritenuto dagli esperti il caposcuola della pittura del Quattrocento lombarda; ma ci sono anche Giacomo Ceruti, detto il Pitochetto, e gli altri pittori della realtà, con raffigurazioni e rappresentazioni degli ultimi. Inoltre, vale la pena di ammirare la sezione di grafica, che ospita circa 30mila esemplari in grado di raccontare l’evoluzione delle diverse tecniche di incisione, a partire dalla xilografia per arrivare alla litografia, passando per l’acquaforte, il chiaroscuro, e così via.

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