Il Borgo di Morano Calabro

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chiesa di morano calabro Il Borgo di Morano Calabro è ricco di palazzi gentilizi, costruiti tra ´700 e ´800 dalle famiglie benestanti del Paese.  Il toponimo Muranum è scolpita per la prima volta su una pietra miliare del II secolo a.C.. Data per certa l’origine romana rimane ancora da scoprire il suo significato etimologico: c’è chi pensa ai gelsi mori per la loro presenze nel territorio, chi all’accezione della parola greca méruma, ovvero “cumulo”, perché gli edifici sembrano sormontati uno sull’altro.

L´appellativo di Calabro è stato aggiunto nel 1863 per poterlo distinguere da Morano sul Po.

Cosa vedere Nel Borgo Morano Calabro

La bellezza del borgo di Morano consta nella combinazione perfetta di arte e bellezze naturali: la pietra degli archi, dei torrioni, dei contrafforti, delle case abbracciate poste le une sopra le altre, la meraviglia dei monti che la abbracciano e creano uno scenario davvero unico.

Il tessuto urbano è molto fitto ed intricato tanto da costituire Morano come uno dei centri più suggestivi e integri dell´intera Calabria.

Lo scenario è simile a quella di un presepe con tutte le case in architettura povera, con tetti rossi dei coppi e le mille viuzze che salgono verso il Castello.

Iniziamo a scoprire Morano dalla Chiesa di S. Bernardino da Siena, un piccolo gioiello di architettura monastica quattrocentesca in stile tardo-gotico.

La facciata è dominata da un portale ogivale in pietra gialla, l´interno è mistico e severo circondato da ambienti francescani, con il convento fondato nel 1452.

Eccellente il soffitto ligneo a carena di nave, unico esemplare in Calabria, e il Polittico di Bartolomeo Vivarini, dipinto a Murano nel 1477, che si affaccia Polittico di Bartolomeo Vivarinisull´altare in un balenio di ori.

Se si risale il quartiere dei Lauri, dove si era insediato uno stanziamento di monaci bizantini, da qui poi si raggiunge la Collegiata di S. Nicola, composta da due corpi di fabbrica, il superiore quattrocentesco e l´inferiore di epoca precedente.

Dal rione S. Nicola, attraverso i vari archi, sottopassi, viuzze e slarghi che raffigurano stupendi scenari paesaggistici, si arriva al Castello, di origine normanna (sec. XII-XIII), tra il 1515 e il 1546, realizzato da architetti napoletani per volere del Principe Sanseverino che ne fece la sua dimora.

Da qui in breve si raggiunge la Collegiata dei SS. Pietro e Paolo, la chiesa decisamente più antica di Morano, risalente al Mille, che oggi è completamente ristrutturata al suo interno in epoca tardo-barocca.

Nello stesso periodo , fine secolo XVIII, è l´arredo ligneo, come il coro, dove opera della bottega dei Fusco, valenti ebanisti locali.

Al suo interno sono presenti due statue in marmo di Pietro Bernini, padre del più noto Gian Lorenzo.

Altra chiesa-museo da visitare è la Collegiata di S. Maria Maddalena, con la cupola e il campanile maiolicati giallo e blu, scorta dal centro storico.

C’è da visitare anche la Chiesa di S. Maria del Carmine e, fuori dell´abitato, il Convento dei Cappuccini, con il chiostro seicentesco, e i ruderi del monastero di Colloreto, all’interno di un grande bosco di elci e faggi ai piedi del Pollino.

I prospetti sono regolari e simmetrici, portali in pietra, scalinate ampie e ampie arcate, il Palazzo Rocco, il Palazzo Salmena, Palazzo Serranù, Palazzo Scorza-Aronne, Palazzo Cozza col il loggiato angolare, il Palazzo dei Cavalieri Marzano nel rione Giudea, con le facciate di colore rosso, il Palazzo Lauria col il portale barocco, e molti altri ancora.

Sono bastionati la maggior parte dei palazzi che sono nati presso l´interno del nucleo medievale dopo aver accorpato anche sopraelevato edifici già adiacenti, tra cui il Palazzo Guaragna-Cappelli o Palazzo Coscia, sopraelevato nel 1793 su una struttura del ‘400.

Il prodotto

Morano è sinonimo di formaggi: caciocavallo, mozzarella, treccia, ricotta, pecorino, tutti derivanti dalla lavorazione artigianale del latte di pecora autoctona.

Il piatto

La parte da “leone ” è rappresentata dagli insaccati di maiale, è infatti sufficiente gustare la pasta fatta in casa: la scelta è solo tra cavateddri (gnocchi), rascateddri (maccheroni con sugo di salsiccia), lagane (tagliolini) con fagioli o ceci.

Tra le prelibatezze di Morano segnaliamo lo stoccu e pateni, stoccafisso con patate e peperoni secchi.

 

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