La Corsa dei Ceri di Gubbio

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corsa dei ceri gubbioLa corsa dei Ceri di Gubbio appartiene all’antica tradizione storica del nostro Paese, si celebra da diversi secoli ed è un evento spettacolare, unico nel suo genere. La leggenda narra che tale corsa sia legata alla celebrazione del Santo Ubaldo patrono della città umbra e si ripete ogni anno il 15 maggio, giorno della celebrazione del Santo.

Storia, tra mito e leggenda

La storia della corsa dei ceri di Gubbio è legata a questa celebrazione è antica, anche se sussistono due ipotesi legate a questa celebrazione, una religiosa, accennata sopra, ossia in onore del Patrono, il vescovo dell’epoca Ubaldo: si narra che il popolo in seguito a una vittoria sulle città nemiche decise di ringraziare la provvidenza e la presenza religiosa nella figura del vescovo Ubaldo che diede la sua benedizione; l’evento si celebra annualmente, e si ripercorre dal 1160, anno della morte del Santo nella giornata in cui il patrono ha abbandonato la sua vita terrena: il 15 maggio.

La seconda ipotesi narrata dalla storia ha origine pagana, anche se, di fatto, non ci sono molte documentazioni su questa probabile seconda idea; si dice che tale evento sia nato per celebrare Cerere, la divinità materna della Terra, ringraziata dal popolo per la donazione dei frutti della Terra, trattasi di un’ipotesi raccontata senza prove certe, tramandata si dice, dalle varie generazioni comunali del risorgimento.

Come si svolge la corsa dei ceri

La corsa dei Ceri di Gubbio ha una prima fase preliminare, la prima domenica di maggio i Ceri, ossia delle grande costruzioni in legno con forma ottagonale alti circa sette metri, completati in cima con le sculture di tre Santi: Ubaldo, San Giorgio e Sant’Antonio, si fanno uscire dalla Basilica di Sant’Ubaldo e portati in città. Questo trasporto avviene in posizione orizzontale, sui quali si invitano i bambini a sedere a cavalcioni indossando gli abiti tipici della festa.

I Ceri sono molto alti, e disposti su una lettiga o barella, che sarà trasportata dai ceraioli durante gli eventi di rito e soprattutto, la suddetta corsa che si svolgerà dopo la benedizione da parte vescovo nel tardo pomeriggio del 15 maggio. In questa prima fase i suddetti Ceri si fanno uscire dalla Chiesa del Santo patrono, che si trova fuori città sul monte Ingino, per poi trasportarli all’interno della città, posti presso la zona indicata per la corsa. La sera del 14 maggio la cittadina si veste a festa e la popolazione si prepara all’evento, la mattina seguente si svolgono una serie di eventi celebrativi che cominciano fin dalle prime ore dell’alba, tra cui anche la nomina del Capodieci, colui che avrà l’onore e il compito di versare una brocca di acqua su uno dei tre ceri, quando questa sarà completamente svuotata, sarà gettata a terra; i frammenti rappresentano dei portafortuna per cui la gente si avvina per raccoglierli e conservarli venerandoli come oggetti di buona sorte.

I ceraioli

Avviene anche la nomina dei ceraioli con l’assegnazione delle diverse camicie che li contraddistinguono, queste ultime sono vivaci e colorate e distinguibili in gara dei ceri a gubbiobase al Santo che i ceraioli saranno chiamati a trasportare: gialla per Sant’Ubaldo, azzurra per San Giorgio e nera per Sant’Antonio. L’abbigliamento è completato con pantaloni bianchi e una cinturina rossa e un fazzoletto stesso colore posto sulle spalle, tutti con pantaloni bianchi.

La corsa dei Ceri di Gubbio ha un programma ben preciso che dura tutta la giornata, si comincia la mattina presto con alcuni riti puntuali che si ripetono ogni anno; la corsa dei Ceri di Gubbio si svolge precisamente nel pomeriggio ed è uno spettacolo particolare cui assistere, nonché difficoltoso per i ceraioli che devono condurre queste grandi strutture correndo e con tutte le attenzioni del caso. La difficoltà è data anche dalle vie impervie della cittadina stessa e dalla pendenza, di fatti il percorso per ritornare alla Basilica è in salita, per cui si registra una notevole difficoltà aggiunta, soprattutto nell’ultimo tratto, quello diretto verso la Basilica in essere il più arduo, quest’ultimo tratto si percorre in circa per nove minuti sempre correndo ala massima velocità.

La corsa è struttura con quattro tratti distinti con tre soste da 15 minuti ciascuna. I tratti ricoprono la lunghezza complessiva della corsa di 4 chilometri e 300 metri; il primo tratto è affidato ai ceraioli che hanno una maggiore esperienza, in quanto percorre una stradina che ha una lieve pendenza in discesa, al termine di questo, avviene la prima sosta. Il secondo tratto comincia con una lieve salita, anche se poi si percorre una pianura, che andrà a ricongiungersi con il punto successivo, che vede i ceraioli affrontare altre vie impervie e difficili da percorrere, per poi ricongiungersi all’ultimo tratto in salita fino al raggiungimento della meta designata, ossia la chiesa ove sono protetti i tre Santi.

La corsa dei Ceri di Gubbio non è una gara ed è costituita da regole ferree, tra cui anche un preciso ordine di arrivo, non è previsto un vincitore; l’ordine dei Santi a entrare all’internon della Basilica è il seguente: il primo è Sant’Ubaldo, seguono San Giorgio e Sant’Antonio. Semmai durante la corsa uno dei Ceri sia costretto a rallentare per caduta o evento simile, gli altri si devono fermare e assecondare l’ordine di prosecuzione della corsa.

Questa celebrazione si conclude effettivamente il 2 giugno, giornata dei ceraioli dedicata i giovani, bambini e adolescenti che ripropongono la corsa dei Ceri di Gubbio, solo che i tre ceri sono ricostruiti con una scala inferiore rispetto alle vere dimensioni degli stessi, per cui sono nettamente più piccoli e pratici, adatti ai più piccoli; questa è una giornata di festa dedicata ai giovanissimi di Gubbio che porteranno avanti negli anni l’antica tradizioni che si trasporta ormai da diversi secoli.

 

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