La corsa all’anello di Narni

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corsa all'anelloLa corsa all’anello di Narni è uno degli eventi medievali più famosi d’Italia, si svolge in questa cittadina in provincia di Terni, nella bella regione dell’Umbria e dura oltre 15 giorni; si svolge principalmente dall’ultima settimana del mese di aprile fino alla seconda domenica di maggio, dopo aver festeggiato il patrono di Narni, San Giovenale, la cui festività cade nella giornata del 3 maggio.

Cenni storici

Durante queste settimane la città rispolvera le antiche usanze e le tradizioni tipiche del medioevo, riaprono vecchie taverne, osterie e trattorie, proponendo il cibo e piatti tipici di quel periodo storico e culturale, che ha segnato la storia del nostro Bel Paese.

La stessa struttura cittadina è rimasta ancorata al passato, le costruzioni moderne non sembrano mai essere arrivare, il paesaggio e l’ambientazione regalano ai visitatori un centro storico accogliente, completamente immerso nella storia, in quel periodo del passato che ha regalato alla città di Narni fortuna e gloria.

L’ambientazione del medioevo è una tra le più praticate nell’era moderna, sono tanti i paesi che commemorano con ardore e passione le antiche battaglie a cavallo, dove illustri cavalieri si sfidavano nei giochi e in veri duelli, aspirando all’ambito premio del momento, in essere, non solo beni terreni, ma soprattutto la gloria e, nell’aver manifestato la propria forza e maestria in sella al proprio cavallo.

La corsa all’anello di Narni nasce alle origini nel 1371, festeggiamenti riconosciuti e documentati, che si prestavano come riti e giochi atti a far divertite il popolo, allontanando in tal modo i pensieri dalle guerre e dalla fame che incombeva sulla povera gente. I momento cruciale si avvicinava il primo maggio, quando per le vie della città si aggirava il banditore, ossia quella figure antica che camminando per le vie, leggeva ad alta voce i preparativi imminenti dei festeggiamenti, il momento cruciale del grande evento avveniva il giorno 2 maggio, quando si svolgeva una processione per le vie del paese, che si completava con l’arrivo presso la cattedrale del patrono della città, momento siglato dalle offerte dei signorotti a San Giovenale.

Con il tempo, durante quelle lunghe settimane, l’evento è stato arricchito anche con altre usanze che anticipavano la corsa all’anello, come la lotta tra il toro e il bufalo, un evento che catalizzava l’attenzione della gente, e poi ancora, fu istituita la quintana, una gara anche questa equestre, che consisteva nel lancio della lancia durante il galoppo verso un bersaglio fisso sul braccio sinistro di un personaggio specifico, detto Saraceno o anche Moro, che doveva essere colpito.

La corsa all’anello, la gara moderna

Ufficialmente la corsa all’anello si svolge regolarmente dal 1969, rievoca e basa le sue regole sugli antichi documenti del 1371; la città si suddivide in tre terzieri, ossia Mezule, Fraporta e Santa Maria. Ognuna di questi è ben organizzato con le sue scuderie, ove i cavalli sono nutriti, curati e allenati per la corsa; ognuna di queste possiede anche le sartorie che si occupano dei vestiti tipici dell’epoca medievale, affinché tutto sia perfetto anche nella presenza fisica e scenica dei cavalieri a cavallo e dei partecipanti ai cortei. Sono anche presenti le tipiche osterie, dove si preparano le pietanze tipiche dell’epoca, luoghi importanti e vitali che di fatto, rappresentano l’unica fonte di finanziamento per i tre terzieri.

Come si svolge la gara

La gara si svolge su un percorso ellissoidale, i cavalieri sono chiamati a ripercorrerlo e a infilare la loro lancia in un anello sospeso in aria: grazie a un meccanismo sfilata storica festa dell'anello narnielettronico, un anello si sgancia automaticamente nel momento in cui un avversario infila con la lancia del suo equipaggiamento, l’anello a lui destinato. I cavalieri assegnati a ogni terziere sono tre, ma a contendersi l’anello nel corso della gara saranno solo due, uno per ciascun terziere, che tenterà di tener alto il nome del terziere che rappresentano.

Ci sono delle regole vigili e severe da rispettare, si rischia la penalizzazione con punti ed esclusione, una regola ferrea è prevista alla partenza: prima del via, i cavalli sono trattenuti da uno stalliere e non devono in alcuno modo essere incitati al galoppo fino a quando non arriverà il momento indicato. Le tornate devono essere un minimo di tre e si proseguirà fino a quando si arriverà a un unico vincitore, il percorso è delineato da alcune bandiere, che il cavaliere non deve in nessun caso colpite, se ciò accade, comporta per lui la penalizzazione di 5 punti se si colpiscono dall’esterno, 15 se queste sono colpite dall’interno, per cui il cavaliere deve esibire tutta la sua maestria se non vuole rischiare l’eliminazione dalla gara.

Si procede con l’assegnazione del premio chiamato “il miglior cavaliere sul campo” che vede misurarsi in un’altra gara a parte, i cavalieri vincitori di ogni gruppo di tornata.

L’eliminazione avviene se il cavaliere perde la sua lancia o anche se dovesse uscire fuori dalla traiettoria del percorso, e se sventuratamente, cadendo si separa dal suo cavallo. Il vincitore della gara potrà conservare fino all’edizione successiva l’anello d’argento, dovrà custodirlo fino all’inaugurazione dell’evento successivo, inoltre avrà il diritto di aprire il corteo storico che si svolge dopo la gara e anche quello d’inaugurazione dell’evento che si svolge la sera precedente la corsa all’anello di Narni.

L’evento della gara è anticipato il sabato precedente da un grande e immenso corteo al quale vi partecipano circa 600 costumanti, tutti con abbigliamento tipico dell’era medievale, sfilano per le vie del centro storico, con fiaccolate e bandiere dei terzieri che illuminano e decorano la città a festa.

 

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