Alla scoperta dei luoghi manzoniani

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Chi di noi non ha mai letto i Promessi Sposi? Che fosse per costrizione a scuola o per piacere personale, conosciamo l’opera di Alessandro Manzoni e la storia di Renzo e Lucia come le nostre tasche. Per questo motivo, chi è in cerca di un tour turistico un po’ diverso dal solito può cimentarsi in una visita nei cosiddetti luoghi manzoniani, vale a dire tutti gli ambienti che sono stati citati dallo scrittore lombardo nella sua opera più famosa. Basti pensare, per esempio, alla casa di Lucia – o, forse, sarebbe più opportuno dire “presunta casa di Lucia” – che si trova a Lecco, nel quartiere di Olate. Gli studiosi di topografia manzoniana sono abbastanza certi che la residenza della signorina Mondella si trovasse proprio qui, anche se non mancano rivendicazioni per casa di Lucia mondella lecco Olateun’altra abitazione, che si trova nel quartiere di Acquate. In tutti e due i casi, per altro, si ha a che fare con case in stile rurale che ben rappresentano l’architettura lecchese, con tanto di ballatoio.

In effetti, proprio Lecco è la città che accoglie il maggior numero di luoghi manzoniani: non solo perché da qui si può osservare il celebre Monte Resegone, ma anche perché, sempre nel quartiere di Olate, c’è la Chiesa dei Santi Vitale e Valeria, che dovrebbe essere stata quella di don Abbondio. Il Palazzotto di Don Rodrigo, invece, è collocato sul promontorio dello Zucco: si tratta di un edificio che, in realtà, è stato ricostruito negli anni Trenta del secolo scorso, dopo essere stato edificato la prima volta nel Cinquecento per volere dei nobili Arrigoni di Introbio.

I luoghi manzoniani a Milano

casa Manzoni via morone 1Non c’è solo Lecco, comunque: anche chi si trova a Milano può conoscere da vicino diversi luoghi manzoniani, a cominciare – ovviamente – da Casa Manzoni, che è stata dimora dello scrittore dal 1813 all’anno in cui è morto. Ci troviamo in via Morone n.1: è qui che Manzoni, tre anni dopo essere tornato a Milano, andò a vivere, ormai lasciata alle spalle l’esperienza di Parigi.

La casa fu acquistata il 2 ottobre del 1813 e, ai tempi, il suo numero civico era addirittura il 1171. L’aspetto del palazzo che può essere osservato attualmente è il frutto dei lavori di Andrea Boni, architetto che negli anni Sessanta del XIX secolo si occupò di rifare l’edificio, su richiesta di Manzoni, adottando uno stile neo-rinascimentale, anche per adeguarsi al clima post unitario che si respirava in quel periodo.

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